Un ritardo di crescita
Questo grafico racconta, in modo un po' criptico, la storia di Giuseppe, dei suoi genitori e del Pediatra che lo ha seguito. Leggiamola con gli occhi e gli strumenti, dello specialista.
Agli occhi di uno specialista questo grafico racconta una bella storia. Una storia a lieto fine. Vediamo se riusciamo a condividerla. La linea blu descrive l'altezza di Giuseppe nel corso degli anni. "È normale?" si chiedono preoccupati i genitori. "I compagni lo prendono in giro, non lo fanno più giocare nella squadra di calcio", mi raccontano.
I paragoni si sprecano: "quando lo vedo uscire da scuola insieme ai suoi coetanei mi viene una stretta al cuore", afferma la madre, "qualcuno la ha anche chiamato 'nanerottolo'!".
Rispondere alla domanda "è normale?" è sempre difficile. Da anni disponiamo dei dati necessari per elaborare le 'curve di crescita' per la popolazione italiana in età pediatrica. Qualche genitore le ha trovate su internet e ha cercato di paragonare l'altezza del figlio alla 'media'.
Il 'target genetico'
I dati relativi alla popolazione generale vanno adattati al singolo bambino sulla base dell'altezza dei genitori. È evidente che due genitori di media altezza difficilmente avranno un figlio alto due metri. Per valutare la crescita staturale del singolo caso occorre un software che genera delle curve. E qui le cose si fanno difficili perché le curve utilizzano un concetto chiamato 'percentile'.
La linea rossa descrive l’accrescimento medio di un ragazzo/a italiano; ma vi è una variazione molto ampia nella popolazione che è rappresentata da tutta le altre curve. Se però la velocità di crescita diminuisce o si arresta può significare un problema patologico e bisogna intervenire.
Se il ragazzo o la ragazza crescono parallelamente al di sotto della linea rossa della media si tratta di un semplice ritardo dello sviluppo.
Giuseppe dai 5 ai 9 anni è cresciuto molto meno dei suoi coetanei(linea blu). I genitori lo portano dallo Specialista che conferma. Pochi bambini di quell'età e con quel target genetico sono più bassi di Giuseppe. È il caso di fare una serie di indagini il cui esito è tranquillizzante: l'ipofisi di Giuseppe secerne normalmente l'ormone della crescita, il GH, semplicemente non lo fa con il 'ritmo' usuale in questa età. L'orologio interno di Giuseppe è probabilmente un po' in ritardo.
Wait and see: la decisione più saggia e la meno accettata
La diagnosi è quindi, almeno per ora, 'ritardo di crescita': e la terapia è 'aspettiamo e vediamo'. "Wait and see", come dicono gli anglosassoni è la decisione più saggia che nella maggior parte dei casi un pediatra può prendere e allo stesso tempo quella che può deludere maggiormente i genitori, i quali preferirebbero un intervento complesso e non privo di rischi (oltre che assai costoso per la collettività) come un ciclo di iniezioni di GH. Lo specialista deve avere la forza di resistere a queste pressioni e la sua decisione si rivela giusta.
'Suona la sveglia' nell'ipofisi di Giuseppe
Nel periodo tra 9 e 11 anni, la 'sveglia' nascosta nell'ipofisi di Giuseppe si attiva. Le ossa si allungano, e Giuseppe recupera l'altezza perduta, crescendo molto più di quanto non accada ai suoi coetanei in quella fase della loro vita. Ialla linea blu sono DS, deviazioni standard, un calcolo matematico che da anche visivamente una idea precisa della crescita.
A 15 anni Giuseppe 'mette il turbo'
Intorno ai 15 anni Giuseppe cresce in altezza molto più dei suoi coetanei: la sua curva blu nel grafico è molto più inclinata. Il risultato è che a 16 anni Giuseppe è rientrato nella sospirata 'normalità' vale a dire nel suo target genetico.
Probabilmente al termine del suo sviluppo raggiungerà l'apprezzabile altezza di 175-178 centimetri in armonia col suo target genetico (il padre è alto un metro e 80, la madre un po' meno). Sospiro di sollievo dei genitori e di Giuseppe il quale non diceva nulla ma era abbastanza preoccupato!