Hashimoto, un giapponese che ha dato il nome a una malattia
Molti giovani soffrono di tiroidite autoimmune. Può rimanere silente per anni o scatenare un rapido attacco che distrugge la tiroide.
La tiroidite autoimmune è una delle patologie endocrine più frequenti in età evolutiva. In quattro casi su cinque colpisce le femmine e si presenta soprattutto nella pubertà o nella prima adolescenza.
Nelle fasi iniziali non produce quasi mai sintomi e, in alcuni casi, non provoca conseguenze nemmeno dopo anni. In altri casi può causare un rallentamento della funzionalità tiroidea (ipotiroidismo) per cui è necessaria una terapia.
La Tiroidite di Hashimoto è un’infiammazione cronica della tiroide dovuta a un anomalo funzionamento del sistema immunitario: per ragioni sconosciute, il sistema immunitario aggredisce la ghiandola e determina la morte delle cellule che producono gli ormoni.
L'azione di aggressione del sistema immunitario può determinare, all'inizio, un aumento della secrezione di ormoni, determinando un ipertiroidismo che precede però la situazione opposta (ipotiroidismo).
La diagnosi richiede la determinazione della presenza nel sangue sia degli ormoni tiroidei, sia degli anticorpi specifici anti-tiroidei ed è necessaria una ecografia che dimostri le alterazioni caratteristiche.
«La tiroidite di Hashimoto fa parte di una categoria di malattie autoimmuni (diabete di tipo 1, psoriasi, alopecia, celiachia, per citare le più comuni). È consigliabile quindi verificare sia alla diagnosi sia a intervalli regolari, la presenza di queste patologie sia nel bambino o adolescente che ha sviluppato la tiroidite sia nei suoi familiari di primo grado (fratelli e genitori)» nota il professor Giuseppe Chiumello che ha fondato e diretto la Clinica Pediatrica dell'Ospedale San Raffaele di Milano.