Un po’ di tecnologia, molte conoscenze

In attesa della 'cura definitiva' la tecnologia ha reso sempre più agevole gestire la terapia. Rimane necessario però imparare molte cose sul diabete e sul proprio organismo.

«Migliaia di ricercatori in tutto il mondo sono al lavoro per trovare soluzioni in grado di prevenire il diabete di tipo 1 o di 'guarirlo'. Nella mia vita di ricercatore, dirigendo un Centro di riferimento Internazionale in Endocrinologia Pediatrica e Adolescenziale, ho partecipato a numerosi studi al riguardo», afferma il professor Giuseppe Chiumello che ha fondato e diretto il Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica presso l'Ospedale San Raffaele. «Al momento, ad esclusione della somministrazione per via sottocutanea dell'insulina, non ci sono terapie definitive sicure e applicabili su larga scala anche se ci si sta avvicinando alla soluzione».
La terapia con insulina venne sperimentata per la prima volta nel 1921 da Frederick Banting (a destra nella foto) e Charles Best (a sinistra).

La terapia con microinfusore

La tecnologia ha fatto passi da gigante. Esistono farmaci ad azione rapida che si iniettano prima dei pasti e i cosiddetti analoghi lenti che assicurano un 'minimo garantito' di insulina durante tutta la giornata. Esistono microinfusori che infondono l'insulina sotto cute secondo un ritmo programmabile in modo da mimare il funzionamento del pancreas.

I sensori del glucosio e il 'pancreas artificiale'

Spesso si dimentica che in un anno un bambino o un ragazzo deve effettuare 1700-1800 o più iniezioni di insulina. Specialmente importanti sono i sensori del glucosio che misurano continuamente la glicemia (la concentrazione di glucosio nel liquido interstiziale). Si può immaginare le positive ricadute che l'utilizzo di questi sensori può dare sul controllo metabolico e nell'equilibrio psicologico. Si sta anche sperimentando il cosiddetto 'pancreas artificiale' vale a dire un sistema 'ad ansa chiusa' che – mettendo in relazione i dati del sensore con un microinfusore – garantisce alla persona con diabete insulinodipendente di rimanere sempre in equilibrio glicemico. «Specialmente nei bambini molto piccoli, ma anche nei ragazzi e negli adolescenti, i sensori hanno rappresentato un progresso significativo nel controllo metabolico », nota il Professor Giuseppe Chiumello, che è stato professore di Endocrinologia Pediatrica presso la Endocrine Unit del Children Hospital, Medical School di Pittsburgh, USA, e ha collaborato a centinaia di pubblicazioni scientifiche sul diabete di tipo 1 in età pediatrica.

Educazione alimentare e non solo

I bambin e i ragazzi con diabete in Italia sono seguiti assai bene da una rete di team specializzati che tutto il mondo ci invidia. Tuttavia il ridursi delle risorse e l’aumento dei casi tiene sotto pressione questi Centri, i quali garantiscono una adeguata assistenza medica ma non sempre riescono a trasferire nel modo migliore alle famiglie e ai pazienti le conoscenze necessarie per convivere al meglio con il diabete.

È quindi importantissimo verificare le conoscenze alimentari dei pazienti e delle loro famiglie, la loro conoscenza di tecniche come il calcolo dei carboidrati che permette di valutare la dose di insulina necessaria per ‘smaltire’ il glucosio presente in un alimento o in un intero pasto, o l’indice glicemico (che da una idea di quanto un alimento possa alterare la glicemia). Resistono ancora informazioni e atteggiamenti sbagliati: per esempio la proibizione degli alimenti dolci (che invece, in un pasto ben equilibrato, possono trovare il loro posto) o il pregiudizio nei confronti dell’attività fisica (che è invece sempre raccomandabile).

La famiglia deve giocare un ruolo fondamentale nella corretta gestione di questa malattia che a tutt’oggi è inguaribile, anche se curabile.
Sempre andranno tenuti presenti gli aspetti psicologici, le difficoltà relazionali, sociali che il bambino, ragazzo e adolescente devono affrontare quotidianamente. Un supporto psicologico da parte di un collega preparato e con esperienza specifica potrà essere di fondamentale aiuto per prevenire, affrontare e superare situazioni difficili.